Ammissione agli Ordini sacri


Ammissione agli Ordini sacri

Sabato 31 ottobre 2020 un giovane seminarista della nostra Diocesi, Pierpaolo Ingusci, 24 anni, di Nardò, pronuncerà il suo primo “Eccomi” a Dio e alla Chiesa attraverso il rito pubblico dell’Ammissione agli Ordini Sacri. “La Chiesa, accogliendo l’offerta di sè da parte del Seminarista, lo sceglie e lo chiama perchè si prepari a ricevere in futuro l’Ordine Sacro”. Con “l’Ammissione agli Ordini Sacri Pierpaolo accoglie l’invito a proseguire la propria formazione nella conformazione a Cristo Pastore, mediante il riconoscimento formale della Chiesa” (Congr. per il Clero, Il dono della vocazione presbiterale, 67). 

Abbiamo voluto fargli qualche domanda per sapere come si sta preparando all’evento. Ecco cosa ci ha risposto…

1.      Cosa ti ha spinto ad entrare in seminario e a intraprendere la strada del sacerdozio?

Come ogni scelta importante che prendiamo nella nostra vita alla base c’è sempre un sogno, un desiderio che ci spinge ad intraprendere nuovi cammini ed avventure. Alle origini della mia storia vocazionale ci sono stati incontri con persone a me care che mi hanno aiutato ad interrogarmi su cosa volessi fare della mia vita, del mio futuro. Grande rilevanza per la mia fede sono state le figure dei miei nonni che mi sono stati, insieme ai miei genitori, i primi testimoni. Una fede semplice e quotidiana che col tempo ho imparato a riconoscere come piccoli semi della mia vocazione. A questi certamente si aggiunge la testimonianza di alcune figure sacerdotali che il Signore mi ha fatto incontrare lungo la strada: i miei parroci don Agostino Lezzi prima e don Giuliano Santantonio poi che con il loro agire pastorale e la loro testimonianza di vita sacerdotale e spirituale mi hanno saputo trasmettere il fascino di una vita donata al Padre e alle sorelle e fratelli che sono loro affidati. Ancora due altre figure sacerdotali per me importanti più avanti negli anni ma esempi di vera donazione alla Chiesa e al Popolo, esempi di generosità e fede semplice sono stati don Antonio Giuri, con cui sin da piccolo ho visto un volto differente di parrocchia e pastorale e don Antonio Rizzello che ho avuto l’onore di conoscere meglio e apprezzarne le doti umane e spirituali nel suo ultimo periodo di vita. Certo…può sembrare che si basi tutto su una questione di vita parrocchiale. Per la mia storia è stata fondamentale e centrale insieme alle relazioni familiari. Devo ricordare, però, altre due dinamiche che mi hanno rafforzato nella mia crescita e maturazione sia personale che di fede: le mie amicizie che colorano la mia vita di sfumature diverse rendendola ricca e pregiata e la testimonianza di dedizione, cura e passione, di alcuni professori che hanno saputo cogliere le mie potenzialità e doni e farli iniziare a germogliare. Come questo si concretizza nella vita presbiterale? Meditando su cosa il Signore cercava di dirmi, su quelle che erano le mie aspirazioni, sui miei sentimenti, iniziò verso gli ultimi anni di scuola superiore a farsi forte questa domanda esistenziale. Così mi sono lasciato interrogare e guidare da Lui per riuscire ad intuire il disegno d’amore per la mia vita. Accompagnato così da chi la Chiesa mi ha posto accanto quel sogno ha assunto valore e negli anni, purificandolo e capendolo sempre più, ho intrapreso questo viaggio di donazione totale al Signore ed alla Chiesa.

2.      Durante i tuoi anni di formazione c’è stata una Parola che ti ha custodito nel tuo cammino?

“Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento!”
Questo versetto di Luca (Lc 3, 21) mi accompagna ormai da tre anni e ho potuto riconoscerlo vero per me! Ho imparato a riconoscere il volto di un Dio che mi sta accanto e dentro allo stesso tempo, di un Dio che mi ama proprio così come sono, mi ama proprio laddove io non mi amerei, mi ama sopra ogni mio lato negativo e questo amore me lo dimostra sempre e mi dà la forza di saper guardare e sapermi guardare, proprio con i suoi occhi: uno sguardo di amore. Ad oggi la serenità interiore è mossa sempre da quel vento che lo Spirito muove grazie all’incontro con Lui che sempre mi mette in discussione e all’incontro con la gente che mi fa vivere l’ordinarietà e mi fa stare in quel dinamismo che mi spinge a vivere ogni singolo momento traendo il massimo. Tutto questo mi permette di  imparare ogni giorno a pregare sempre meglio, a rileggere il mio passato sempre di più, a saper intravedere la presenza di Dio nella mia vita e a sapermi affidare.

3.      Come stai vivendo questo periodo prima della tua ammissione? Quali emozioni stai provando?

Questi sono giorni strani, ordinari certo, ma intrisi di un entusiasmo che coinvolge emozioni e pensieri. Prendere la decisione di compiere questo primo passo non è stato semplice. Nella serietà del cammino compiuto fino ad ora sia dal punto di vista spirituale che umano, accompagnato e sostenuto dalla grazia e dai miei formatori, quelle domande e ansie che accompagnano ogni scelta hanno lasciato il posto ad una serenità e sicurezza che solo dalla relazione semplice e genuina con il Signore possono scaturire. Lo stare in questi giorni lontano da casa e dalla parrocchia, mi ha permesso di mettere al giusto posto questo momento che è sì un momento importante ma è solo il primo passo del cammino di un’ intera vita verso la felicità di sequela, dietro al Maestro. Da un lato non vedo l’ora che il 31 ottobre arrivi per vivere quello che penso sarà un momento che mi segnerà e ricorderò e dall’altro versante sono contento di condividere questo periodo con i miei compagni di viaggio qui in seminario, sono loro i veri custodi del mio cammino e fratelli con i quali condividere le tappe importanti del discernimento. Insieme a loro è bello sentire vicino anche alcuni presbiteri della diocesi che in diversi modi si sono resi già presenti con la loro preghiera e vicinanza per questo primo “eccomi”. Fratelli e Parola sono le due relazioni importanti che mi stanno accompagnando verso questo giorno particolare ed importante e mi aiutano a vivere al meglio i movimenti interiori che sto sperimentando.

4.      Cosa ti aspetti dal futuro?

Solo Dio lo può sapere ma è certo che il cammino della vita è vario, ricco di esperienze da vivere e volti da incontrare. Sono in cammino nella mia formazione qui in seminario a Molfetta e spero di vivere pienamente quanto mi sarà offerto per il mio bene. A questo si aggiunge la dimensione umana che col tempo ho imparato a non sottovalutare ma ad approfondire per sapermi donare sempre più in tutta verità. Già in questi anni in diverse occasioni mi è stata data l’opportunità di conoscere ed approcciarmi in diversi modi con alcune realtà diocesane e iniziare a stringere così rapporti con diversi sacerdoti e laici. Cosa sarà del futuro? Non lo so dire ma continuo a sognare e ad affidarmi…non sarò certo io a mettere limiti alla Provvidenza. Lasciamoci stupire!