#LaPasquanelCuore!
A Samuele Macchia (V superiore, Galatone) abbiamo chiesto di raccontarci come si sta preparando alla Pasqua. Condividiamo le sue riflessioni :
Stiamo vivendo un tempo difficile, particolare, inaspettato.. ma ci stiamo rendendo conto che è arrivata la settimana Santa? Sinceramente, io, faccio fatica ad orientarmi in queste giornate che talvolta possono sembrare siano tutte uguali e monotone. E’ vero abbiamo tanto da fare, tante occasioni per pregare, tante per meditare, tante per poter fare il nostro dovere e goderci la famiglia, ma il senso di tutto questo qual è? Riusciamo davvero a volgere “lo sguardo verso Colui che hanno trafitto” (Zc 12,10)? Oppure ci sentiamo noi trafitti? Usciremo da questo “sepolcro”? Risorgeremo?
Sono domande che mi pongo, dubbi che vorrei chiarire, perplessità che vorrei togliermi, ma la, realtà è questa e va affrontata. Le chiese non saranno piene, le nostre narici non saranno inondate dal dolce profumo del nardo e dell’incenso, i nostri occhi non saranno abbagliati dai lumi accesi; tutto questo purtroppo, fisicamente, non sarà possibile. Ma davvero la Pasqua è solo questo? Davvero, io, noi, dobbiamo arrenderci a tutto questo? Non ci credo e non voglio crederci, devo sforzarmi di creare l’atmosfera giusta nel mio cuore per accogliere il dono del Signore, che è morto ed è risorto per me. In questa situazione, però, mi sento “costretto” a dover cambiare passo, “costretto a risorgere”, da questa situazione in cui, sia spiritualmente che fisicamente, le nostre case e le nostre vite sembrano un “sepolcro”.
Il vero pericolo, a mio parere, è perdere di vista l’obbiettivo della quaresima e della Pasqua: la conversione, il perdono e la resurrezione, da tutte le nostre piccole “morti” interiori… e quale occasione migliore di questa? Tutto ci sembra volto al negativo, ma ciò che ci sta succedendo potrebbe anche diventare un’occasione, da non sprecare, per cogliere davvero l’Essenziale e finalmente riuscire a volgere a Lui l’attenzione, cosa che, forse, anche in tempi migliori non siamo riusciti a fare. Io stesso, pensando a quei giorni che noi credevamo “migliori”, colgo tante sfaccettature delle mie giornate che potevano essere occasione di miglioria, più che di malsana pigrizia, quali erano; mi rendo conto anche che spesso, perché sopraffatto dalla routine e dalla frenesia del quotidiano, non riuscivo a cogliere tanti aspetti importanti della Parola di Dio e della vita spirituale, cosa che, invece, mi sta, paradossalmente, “regalando” questo tempo da Coronavirus.
Per avere una visione completa delle mie impressioni, ho chiesto un parere alla mia famiglia, su come loro stanno vivendo questa Pasqua “particolare” e cosa a loro manca di più rispetto agli scorsi anni. Con parere alquanto unanime, ho riscontrato che a tutti loro manca l’atmosfera calorosa dei giorni di preparazione e la possibilità di vivere, da vicino, i momenti intensi di preghiera. Al contempo, però, cercano di cogliere ogni spunto e situazione utile, per quanto possibile, per creare uno spazio di spiritualità e di vicinanza con il Signore, che serva, per l’appunto, a non perdere di vista ciò che davvero è importante. Utili, a questa circostanza, sono le diverse opportunità di preghiera a distanza, come le varie dirette Instagram della parrocchia, i sussidi suggeriti dalla diocesi e dalla CEI e i momenti celebrati dal Papa. Certamente, per tutti, davvero intenso e suggestivo il momento della Benedizione Urbi et Orbi che ci ha fatti sentire avvolti dall’unico e grande abbraccio della Chiesa.
Tuttavia, in questo, c’è solo una cosa certa: la Pasqua verrà e avrà tutto il sapore della famiglia che ora più che mai si riscopre Chiesa domestica; la pietra di questo sepolcro verrà divelta, se noi lo permettiamo e la quarantena varrà superata e prima o poi torneremo ad abbracciarci e riprendere, in modo nuovo e più consapevole, la nostra quotidianità.
Non dobbiamo scoraggiarci. Ma fidarci di Dio e gli uni degli altri, #lontanimavicini, #iorestoacasa ma con #laPasquanelcuore.